Le origini del pane “bruscato”, ovvero abbrustolito sulla brace – che rilascia sulla mollica un sapore che i forni odierni non possono riprodurre – sono da ricercare, come per molti altri piatti celebri, nelle abitazioni dei contadini, che, per dare “nuova linfa” a pagnotte e filoni raffermi, li scottavano sulla legna ardente del forno o del camino, rigorosamente presenti in ogni casa, anche le più povere, strofinandoli con un po’ di aglio, aggiungendo pomodoro, nei casi migliori cospargendoli con un filo di prezioso olio e un po’ di sale.
Chissà se quei contadini che per primi hanno fatto le bruschette immaginavano che un gesto così semplice, sorto dalla necessità di sfamarsi con ciò che c’era in dispensa e di non sprecare un alimento prezioso come il pane, avrebbe dato vita a uno dei capolavori più riusciti della cucina italiana.
La bruschetta, che oggi a casa come al ristorante o in tanti happy hour viene servita con i condimenti più diversi, non è nient’altro che una fetta di pane, preferibilmente casareccio, appena abbrustolita, in modo che l’interno rimanga morbido e piacevole al palato, leggermente strofinata con uno spicchio d’aglio – che non deve coprire troppo gli altri ingredienti – e “bagnata” con abbondante olio extravergine d’oliva.
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